Questi uomini, di fronte alla crisi dei noli e di fronte alla battagliera organizzazione sindacale dei marittimi, presero la determinazione di offrire pubblicamente in vendita le loro navi a Giulietti, certissimi di metterlo in disagio.
Ecco il documento comparso sui giornali e su riviste dei primi di maggio del 1914:
«Il Capitano Giulietti, che è un uomo pieno di audacia e di grandi risorse, ha fatto balenare alle ciurme la speranza di una grande Cooperativa marinara, magari per espropriazione, che dovrebbe essere l'inizio di un'era di prosperità e di benessere per i lavoratori. Orbene, il momento è favorevole per la costituzione della grande Cooperativa. Gli armatori sono felicissimi di disfarsi delle loro navi alle più modeste condizioni. Si faccia dunque avanti il Capitano Giulietti con i denari o anche con delle buone garanzie e l'affare sarà presto concluso. Interpretiamo con questa proposta il desiderio della massa degli armatori, i quali non cercano di meglio che liberarsi di un materiale che è ormai per essi origine di amarezze quotidiane e di passività».
Giulietti, senza alcuna perplessità, prese in parola gli Armatori. Poichè qualcuno obiettò che Giulietti non aveva i mezzi per effettuare l'acquisto, egli rispose pubblicamente sui giornali:
«I 20.000 organizzati marittimi sono prontissimi ad acquistare un'azione di 1.000 lire ciascuna in 40 mesi, versando 25 lire al mese, somma facile a pagarsi, perchè rappresenta ancora una parte degli aumenti paga fatti avere ad ogni navigante dalla sua Federazione.
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