Giova ricordare che Giulietti, prima d'incominciare un'agitazione, chiedeva ai marittimi se la volevano fare e di nominarsi il condottiero, avvertendo che, se l'incaricato fosse stato lui, l'avrebbe guidata a modo suo e con pieni poteri, affinchè gli avversari non potessero mai conoscere i suoi piani. Questo metodo ha sempre dato buona prova, perchè il Condottiero si è sempre dimostrato capace e fraternamente collegato con l'anima collettiva della Gente di Mare che egli adora.
Cap. XIII.
1915-1918
IL PROCLAMA DEL MAGGIO 1915
(guerra alla guerra!)
Scoppiata la guerra mondiale i primi siluramenti, compiuti dal militarismo tedesco contro pacifiche navi mercantili, commossero profondamente la nostra gente di mare.
In Adriatico venne affondato di notte senza alcun preavviso un piroscafo italiano. Tutto l'equipaggio sprofondò negli abissi con la nave. Allora Giulietti così telegrafò all'Ammiraglio Millo, Ministro della Marina:
«Sono e resto per la rivoluzione sociale, ma la più grande rivoluzione è quella di lottare per la indipendenza e la civiltà dei popoli assaliti dalla prepotenza austro-germanica. La Federazione dei Lavoratori del Mare dichiarasi pronta a costituire una legione di marinai per difendere il nostro Paese dalla barbarie teutonica. Confido che vostra eccellenza non vorrà rifiutarmi armi e munizioni».
Intensificandosi la guerra e la barbarie, Giulietti convocò in Assemblea i federati e d'accordo con essi, lanciò il seguente manifesto:
«PER LA LIBERTA' DEI POPOLI E DEI LAVORATORI.
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