«Lavoratori del mare,
«Chi ha sconvolto la pace familiare, nazionale, internazionale e l'opera feconda del lavoro sui mari e nei campi?
Il militarismo tedesco.
Chi ha aggredito la Serbia? – Chi ha straziato, martoriato il Belgio? – Chi ha inchiodato, per secoli, sulla croce del martirio gli italiani irredenti? – Chi ha affondato il «Lusitana», «L'Ancona», il «Firenze», il «Bosnia» su cui viaggiavano centinaia di vecchi, donne e fanciulli? – Chi ha scatenato sull'Europa, sul mondo, una bufera di sangue, una tempesta di ferro e di fuoco che decima, mitraglia, abbrutisce, disonora e addolora l'umanità?
Il militarismo tedesco.
Cosa bisogna fare per liberare e salvare l'umanità dal flagello teutonico?
Abbattere e annientare prima di tutto il militarismo e il capitalismo tedesco.
«Lavoratori del mare!
Guai ai popoli che non sentono il dovere di difendere la loro indipendenza, di vendicare i loro martiri, di marciare, armati di fede e di ferro, contro i loro oppressori!
L'ora che sta per suonare sulla storia del mondo, è l'ora tragica del destino, il quale vuole che i popoli oppressi siano redenti, che i martiri dell'ideale siano vendicati, che i tiranni, come Francesco Giuseppe e Guglielmo II, siano puniti. Per il compimento di questo destino il bronzo squillò il 29 maggio del '48 sui 2400 toscani a Curtatone e Montanara; squillò nelle famose cinque giornate di Milano; nelle dieci giornate di Brescia; sulle forche di Scesa, di Speri, di Tazzoli, di Grazioli, di Calvi e di tanti altri martiri; squillò sulle catene rugginose di Settembrini, d'una eletta schiera di eroi sullo scoglio di Quarto il 5-6 maggio del 1860: squillò insomma dai primi barlumi del risorgimento italiano, al Capestro degli eroici Agesilao Milano e Guglielmo Oberdan: giovani ardimentosi che non avevano l'anima egoisticamente elastica dei moderni eroi da poltrona.
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