Finchè vi saranno degli intermediari al servizio dei quali dovrete lavorare come se foste merce da noleggio, non potrete mai avere tutto il frutto del vostro lavoro: una parte di esso è giocoforza, coll'attuale ordinamento, che vada a costoro.
«Per eliminare questo inconveniente è necessario che i lavoratori non abbiano più bisogno dell'opera e dei mezzi di quegli intermediari; bisogna, in altri termini, che arrivino a possedere gli strumenti ed i mezzi di lavoro che quelli posseggono.
«I valori corrispondenti agli strumenti e ai mezzi di lavoro (fra i quali il più importante è la terra) sono chiamati capitali. Naturalmente chi li possiede prende il nome di capitalista, il quale, generalmente, non è mai lui che li adopera, ma li fa adoperare dagli altri, cioè dai lavoratori che perciò sono anche chiamati, in gergo sociale, «salariati».
«La Società nella quale viviamo si può pertanto ritenere divisa in due grandi classi: di capitalisti e di salariati.
«Fra queste due classi c'è un po' di cianfrusaglia che fa da cuscinetto e che è destinata a scomparire con la fusione delle medesime in una sola classe di produttori. Questa riunione in una di queste due classi anzidette è il punto centrale della questione: il punto cui deve costantemente mirare ogni dirigente di organizzazioni di lavoratori.
«Finchè queste due classi saranno divise, avremo sempre la lotta di classe fra i capitalisti da una parte e i lavoratori dall'altra; lotta fratricida che ad ogni costo bisogna eliminare, ma che purtroppo ad ogni costo bisogna fare, finchè quelle due classi esistono per ottenere che chi lavora sia sfruttato il meno possibile da chi non lavora.
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