«Nella qualità di vostro rappresentante, sono chiamato a parteciparvi. Fedele al nostro programma propongo, nella seduta che la diciannovesima sezione di quella commissione tenne a Roma il 17-8-1918, che i Lavoratori del Mare siano messi in condizioni di gestire per proprio conto il naviglio nazionale. La Commissione, mentre discute la proposta, rolla come nave colpita da mare a traverso; poi l'accetta approvando un ordine del giorno dal quale riporto:
«La sezione accoglie infine con grande simpatia e raccomanda vivamente al Governo la proposta del rappresentante dei Lavoratori del Mare che una parte, anche modesta, delle navi come sopra ottenute (cioè dagli alleati) sia amministrata dagli equipaggi costituti in Cooperativa».
«Due giorni dopo, quell'ordine del giorno viene presentato da una commissione di quella diciannovesima sezione all'Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale trova geniale la proposta del rappresentante dei Lavoratori del Mare e dichiara che il Governo l'appoggerà con piacere. Infatti, la «Gazzetta Ufficiale» del 23-8-1918 pubblica un D. L. Luogotenenziale, n. 1149, che contiene disposizioni molto interessanti per lo sviluppo ed il funzionamento della Marina Mercantile. L'Art. 10 di questo decreto dice:
«La gestione di piroscafi acquistati dallo Stato sarà di regola affidata agli Armatori a condizioni da stabilirsi dal Ministro dei Trasporti, con preferenza agli Armatori che abbiano perduto navi a causa di guerra. Detta gestione potrà anche essere affidata dal Ministro dei Trasporti a Società Cooperative di Gente di Mare legalmente costituite, che offrano idonee garanzie di regolare esercizio».
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