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      Mentre i nuovi ricchi di guerra ostentavano le loro ricchezze, i lavoratori stavano male. La Camera funzionava in mezzo a enorme confusione. Visto che nessuna azione chiarificatrice veniva compiuta, Giulietti pensò di fare una marcia su Roma, partendo da Fiume, ma con le camicie rosse. Scrisse a tal uopo a D'Annunzio, che accettò, come risulta da quest'altra sua lettera:
     
      «Mio caro compagno,
      «c'è una volontà mistica che conduce gli eventi in questa zona luminosa dove si foggiano le forme nuove della vita libera.
     
      «Domattina doveva partire per Genova un mio messo; ed ecco, stanotte arriva tuo fratello. Tu mi vieni incontro, mentre io mi muovevo verso di te. Il tuo messaggio è veramente provvidenziale.
     
      «Il significato della mia impresa e della mia ostinatissima resistenza diventa ogni giorno più manifesto agli spiriti non ingombri di pregiudizi e di basse passioni. Tutte le volontà di rivendicazione e di rivolta – nel vasto mondo – si orientano verso l'incendio di Fiume, che manda le sue faville molto lontano. Attendo fra giorni ambascerìe dall'Egitto, dall'India, dall'Irlanda, da tutte le genti offese e oppresse.
     
      «Fin dall'ottobre scorso ho influito direttamente sul moto egiziano contro i «divoratori di carne cruda». Ho lavorato profondamente per dare un «nuovo aspetto alla questione adriatica. Anche i Croati, desiderosi di scuotere il giogo serbo, si volgono a me. La Croazia, a cui il patto di LondraFiume, cedono nettamente Fiume all'Italia. La rivoluzione dei «separatisti» è pronta.


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Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





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