Deve scoppiare prima che la primavera richiami i contadini ai lavori della terra, cioè prima del 15 marzo. È, infatti, principalmente una insurrezione dei «lavoratori della terra». Io posso condurre il movimento. Io posso entrare in Zagabria come un liberatore. Tutto è disposto per questo.
«Ho le armi, anche; ho le cartucce del PERSIA, a milioni. Mi manca quel che Macchiavelli chiama «il nerbo della guerra».
«Un fiero lavoro fu fatto anche in Dalmazia per l'autonomia. La Dalmazia si costituirà in Repubblica, con una Lega delle città marine, da Zara a Cattaro italianamente, compresa fra le Dinariche e il mare, nella sua integrità originaria.
«Perchè questo disegno – fondato sulla più calda «realtà» – deve perdersi?
«Tu hai COMPRESO perchè io abbia voluto rimanere qui, affrontando i peggiori pericoli.
«Oggi, qualunque sforzo di liberazione non può partire se non da Fiume. Per una più vasta impresa sociale io debbo partire da qui. Il mio spirito si appoggia in questa riva per qualunque balzo in avanti, specie per balzare su l'altra sponda. La nuova parola parte di quì. Quì le nuove forme di vita non soltanto si disegnano ma si compiono. Leggi questo mio proclama ai soldati.
«In nessun luogo della terra si respira la libertà come su questo Quarnaro, che è simile a un «mare futuro».
«Io sono RIENTRATO nel popolo che mi generò. Sono mescolato alla sua sostanza. Vivo coi soldati semplici, semplice soldato. Divido il rancio con loro. Cammino al loro fianco. Canto le loro canzoni. Parlo il loro linguaggio.
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