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      «Fiume, 6 gennaio 1920
      «ore 3 e 25'».
     
      Giulietti, naturalmente, voleva che insieme ai marinai e ai militi di D'Annunzio vi fosse anche la partecipazione del partito socialista e degli altri lavoratori.
      Ottenuta anche su questo punto la completa adesione di D'Annunzio, Giulietti organizzò a Roma una riunione, alla quale presero parte i capi dei partiti di estrema e della Confederazione del Lavoro. Parte accettarono e parte non ne vollero sapere, e tra questi il direttore dell'Avanti e capo del partito socialista, Menotti Serrati.
      In conseguenza, il progetto insurrezionale andò a monte.
      Così, la marcia su Roma, che poteva essere fatta con le camicie rosse, è stata fatta più tardi con le camicie nere, ma con assai diverso programma.
      Contro Giulietti fu acceso poi grave processo per piratamento di navi ed altre gravissime imputazioni. Il processo venne sepolto da una particolare amnistia ottenuta da Gabriele D'Annunzio.
     
      Cap. XX.
     
      ELETTO A DEPUTATO
     
     
      Nel mese di novembre 1919 si preparava il rinnovamento della Camera. Il Parlamento dovette ritemprarsi con uomini nuovi, con forze giovanili capaci di tener testa alla velleità nazionalista, che dopo la vittoria, ottenuta per l'efficacia di valorosi uomini appartenenti a tutte le classi, alzò la testa per imporsi come eroi della sesta giornata, strozzini inveterati, e stendeva la mano, anzi le cento mani di Briareo per afferrare i profitti derivanti dalla guerra gigantesca. Questi imboscati avrebbero meritato di salire alla gogna e non di sedere su uno scanno di Montecitorio.


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Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





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