Se siamo intervenuti in favore dei serbi, assaliti dall'ex impero austriaco, dei belgi, massacrati dalle orde del militarismo tedesco, dei russi, accerchiati dal capitalismo europeo-americano, perchè non dovevamo fare altrettanto in favore dei fratelli fiumani?
«Lavoriamo e combattiamo, non a parole ma a fatti, contro ogni viltà ed ogni prepotenza; lavoriamo e combattiamo per la libertà dei popoli, per la redenzione degli oppressi.
«Consideriamo la guerra come il peggiore male che possa travagliare e decimare l'umanità. Ma la guerra scoppia non per il capriccio d'un monarca o d'un capo partito, ma per motivi economici, causati dall'attuale ordinamento sociale, basato sul privilegio di classe e sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
«Solo quando i sindacati di mestiere saranno capaci di gestire per loro conto la produzione, il trasporto e la distribuzione delle cose necessarie alla vita, il germe della guerra sarà eliminato.
«Finchè non si sarà arrivati a questo, se scoppierà una guerra, sarà impossibile e quindi inutile appartarsi. Bisogna invece, se i lavoratori, o i loro partiti, o le loro organizzazioni non avranno la forza d'impedirla, affrontarla in maniera da contribuire alla sconfitta del militarismo predominante.
«Così ha fatto la nostra federazione.
«In seguito al feroce ultimatum dell'Austria alla Serbia, all'invasione del Belgio e alla guerra sottomarina, siamo intervenuti contro il militarismo tedesco al grido di «Guerra alla guerra per la libertà dei popoli e dei lavoratori!
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