». Il nostro manifesto, così intitolato, diceva fra l'altro:
«Lavoratori del mare, la nostra azione, in questo momento, deve tendere a stroncare la guerra preparata e voluta dal militarismo tedesco. Perchè questa azione sia efficace non basta gridare: «Abbasso la guerra», bisogna marciare in guerra contro la guerra provocata dall'Austria e dalla Germania; bisogna avere il coraggio d'insorgere, con qualunque mezzo; e nello stesso tempo col mezzo più efficace e più pratico contro quello che è il centro e la regola del militarismo europeo e mondiale. Popolo marinaro, sorgi ed insorgi e come fuoco purificatore divampa, ruggi e gli imperi centrali e qualsiasi altro impero distruggi».
«Durante la guerra abbiamo compiuto il nostro dovere come cittadini e come lavoratori. Ed abbiamo fatto bene. Se avesse vinto la Germania, tutto il mondo sarebbe caserma. Saremmo ritornati ai tempi delle congiure del 1821 e del 1848.
«Non siamo ancora in bonaccia. Il ciclone della guerra ha lasciato un mare lungo e morto che durerà molto tempo; ma con la sconfitta del militarismo tedesco sono in cammino le sconfitte di tutti gli altri militarismi e del capitalismo internazionale.
«Dobbiamo perciò essere contenti ed orgogliosi di quello che abbiamo fatto.
«Ed è in virtù di questa nostra opera che la voce del nostro rappresentante, sia di fronte al Governo che di fronte ai capitalisti, ai falsi patrioti, ai lestofanti d'ogni genere, ha oggi una certa autorità.
«Giuseppe Giulietti parla ed agisce per noi, in nome nostro, dei nostri figli, delle nostre famiglie; chi offende lui, offende noi, offende sopratutto la memoria dei compagni nostri travolti nei gorghi del mare e della guerra.
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