È un dominatore forte e dolce, il cui volto s'irradia della duplice luce degli occhi e del sorriso; mentre la parola trabocca di passione, sia ch'egli rievochi l'avventurosa e stentata vita della Gente di mare, sia che dalla bassa foschia della politica sospinga le anime degli ascoltatori verso orizzonti di sole. Schietto, genuino, nel gesto e nella parola, egli dice senza atteggiamenti, senza preparazione, con l'accento della convinzione sincera, in cui riposa il segreto della simpatia che gli guadagna amici e avversari.
«Ma soltanto chi lo avvicina, chi ha con lui consuetudini di rapporti, chi lo ascolta in privato discorrere con la stessa passione con la quale discorre in pubblico, con lo stesso accento vibrante, con l'identica fede, può pienamente comprenderlo e convincersi della salda unità del suo pensiero con la opera sua. Chi ha voluto rilevare talvolta delle contraddizioni nei suoi atti non conosce l'uomo, non si è reso conto della spontaneità, degli impulsi ideali onde mossero. Come tutti gli uomini di mare ha un'anima di poeta; il bello lo innamora e lo esalta, così il gesto di D'Annunzio, come la disperata resistenza russa. Dove, a suo modo di vedere, sia una offesa alla giustizia, egli si sente fratello degli oppressi. Ragionatore acuto, formidabile contraddittore, (e ne testimoniano le innumeri vittoriose lotte attraverso le quali ha guidata la Federazione) di fronte ad avvenimenti che scuotono il suo temperamento sentimentale, egli è come abbacinato dalla bellezza dell'Idea e rotti i freni d'ogni calcolo temporeggiatore, dona cinquantamila lire per i fratelli di Fiume, auspica il trionfo della rivoluzione russa.
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Gente D'Annunzio Federazione Idea Fiume
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