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      «Continuano le trattative, e si ritiene che sarą fatta giustizia nel senso di impedire a certi industriali di servirsi della bandiera russa czarista per effettuare un commercio marittimo contrario agli interessi ed alle leggi della Repubblica dei Soviety. Si tratta in sostanza di due navi appartenenti alle cittą marittime di Odessa e di Mariupool della Russia Sovietica, che gli armatori fanno navigare con bandiera dello czar, per sfruttare da un lato il corso dei pił alti noli e dall'altro sfuggire alla requisizione od al noleggio obbligatorio».
     
      Intanto l'inchiesta continuava ed in attesa di conclusioni e decisioni sia nazionali che internazionali, le due navi sospette sostavano ferme nel porto di Genova, il che maggiormente comprovava la legittimitą e la necessitą del nostro atteggiamento pro Russia. Č certo che a quest'ora i commissari della repubblica dei Soviety saranno al corrente del fatto. Gran parte della soluzione della vertenza dovrebbe dipendere, secondo noi, dalla nota o dalle risposte che essi faranno pervenire al nostro governo. Crediamo che il Partito Socialista e la Confederazione Generale del Lavoro saranno del nostro stesso avviso.
      In ogni caso, siamo contenti dell'atto compiuto. Atto di fede e di solidarietą verso un sistema di organizzazione sociale che, se si avverasse, come speriamo e fermamente crediamo, anche in Italia, permetterebbe la realizzazione di quelle speranze che il 1. maggio simboleggia: fusione delle classi sociali in una sola classe di lavoratori e di produttori per il funzionamento di una societą che non consenta nč servi, nč padroni.


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Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





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