Queste sono le verità di questo marinaio, figlio di marinai, il quale, dopo aver stravinto ogni genere di battaglie, e di lotte per il bene dei suoi federati, ha raggiunto il massimo dei suoi desiderii – al cui oggetto, tanti anni di studi e sacrifici ha dato – per la creazione di quella Cassa Invalidi che è e sarà la gloria sua più bella, insieme alla creazione della Casa d'Asilo per gli orfani dei marinai, sia di quelli caduti nella grande guerra, quanto per gli altri che la fatalità abbia orbato del padre perito in servizio sulla nave.
«Ed è per questo Uomo singolare e buono, per il vostro Capitano Giuseppe Giulietti, che siete chiamati a dare un atomo del vostro cuore in forma di sottoscrizione, per dimostrargli, non con un obolo materiale che non può avere nessun pregio agli occhi di un tal UOMO, ma per lasciargli un simbolo di gratitudine, di cameratismo e d'affetto.
«Contiamo – o fratelli – sulla vostra cooperazione segreta».
Il beneplacito dei compagni marinai non poteva mancare, e il Comitato promotore si rivolse ai migliori artisti di Genova e di Milano, i quali prepararono una pergamena, una medaglia d'oro ed un cofano per la conservazione di quei segni d'affetto.
Tanto sulla pergamena, quanto sulla medaglia, vi furono scritte le dediche che qui trascriviamo: quella della pergamena la scrisse di proprio pugno Gabriele D'Annunzio e dice:
«A Giuseppe Giulietti compagno e capo irreprensibile che con severo ardimento cancellò per sempre dalla dura fatica della Gente di Mare quel che di servile tuttavia restava dell'antica ciurma, la vendicata e liberata e innalzata anima dei lavoratori grida
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