Fra le molte e importantissime questioni che dovevano essere discusse a Congresso, o meglio a Conferenza, una era di grande importanza, l'introduzione in tutti i trattati e contratti fra armatori e marinai dell'orario di 8 ore.
La Delegazione italiana (vale a dire il Capitano Giulietti) impostò immediatamente il problema che fu, con una serie di oscure manovre, fortemente oppugnato. L'opposizione veniva fatta dai delegati inglesi: la delegazione dei marinai italiani prese aperta opposizione contro quella inglese, che voleva invece lasciare l'orario delle 10 ore di lavoro. Vi furono aspre contese fra tutti i delegati meno – naturalmente – con quelli francesi, argentini, australiani, americani e altri ancora, che già avevano introdotto l'orario delle 8 ore a favore dei loro naviganti; e un vivace dibattito ebbe luogo specialmente fra il Capitano Giulietti e il delegato inglese, per il trattamento inferiore tenuto verso i marinai delle Indie. Giulietti colse pure l'occasione di spezzare una lancia in favore dello spirito di libertà che sente l'anima italiana, di fronte all'egoismo di corporazione di cui dettero prova, nella conferenza, numerosi elementi di diversi gruppi.
Cap. XXXI
GIULIO TANINI CI LASCIA
Col capitolo «Conferenza Internazionale» termina la storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare scritta da Giulio Tanini. Eravamo allora all'8 maggio del 1920 ed il male aveva già cominciato a minare la fibra del Grande Amico della Gente di Mare, che tredici mesi dopo (30 giugno 1921) doveva congedarsi alla vita terrena.
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