INDICEPrefazione
ProemioDue parole al lettore
Alla dolce patria etruscaI perchè di queste memorie
PARTE I. - RICORDI D'INFANZIAPRIMA LIBERAZIONE - LA SPADA,
Capitolo I. - Dove sono natoRicordanze
Capitolo II.
Capitolo III.
Capitolo IVCapitolo V.
Capitolo VI.
Capitolo VII.
Parte IISECONDA LIBERAZIONE - LA CROCE.
Capitolo VIII. - Il figlio di nessunoCapitolo IX.
Capitolo X. - I Maestri.
Capitolo X. bis - Gli amici.
Capitolo XI.
Capitolo XII. - Primo amoreCapitolo XIII.
Divento ghiottoCapitolo XIV. - Viareggio
VentoLe bimbe di Drea, il Paranzellaro
Capitolo XV.
LuisinaLe ultime ore di Giuseppe Mazzini
Capitolo XVI.
Capitolo XVII.
Capitolo XVIII.
Il terremotoPARTE III. - RICORDI DELLA PUERIZIA.
TFRZA LIBERAZIONE -- LA CATENA.
Capitolo XIXCapitolo XX.
Capitolo XXI.
Capitolo XXII.
Capitolo XXIII.
Capitolo XXIV.
Capitolo XXV.
Capitolo XXVI.
Capitolo XXVII.
Capitolo XXVIII.
Capitolo XXIX.
Capitolo XXX.
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O speranze, speranze; ameni inganni,
Della mia prima età! sempre, parlando,
Ritorno a voi; che per andar di tempo,
Per variar d'affetti e di pensieri,
Obbliarvi non so. Fantasmi, intendo,
Son la gloria e l'onor; diletti e beniMero desìo; non ha la vita un frutto,
Inutile miseria. E sebben vótiSon gli anni miei, sebben deserto oscuro,
Il mio stato mortal, poco mi toglieLa fortuna, ben veggo. Ahi, ma qualvolta
A voi ripenso, o mie speranze antiche,
Ed a quel caro immaginar mio primo;
Indi riguardo il viver mio sì vileE sì dolente, e che la morte è quello
Che di cotanta speme oggi m'avanza,
Sento serrarmi il cor, sento ch'al tutto
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Maestri Drea Paranzellaro Giuseppe Mazzini
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