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      L'uomo poi è, sulla nave della vita e sull'Oceano su cui galleggia quasi come un puntolino velato anch'esso tra le nebbie; un atomo mosso dalle leggi fatali dell'esistenza che segue la sua curva spinto dalla madre natura per leggi fisiologiche e ataviche e dell'ambiente, per una lotta perpetua; talvolta percorre una linea tangenziale che lo porta ben lontano; spesso va a zig-zag; molte volte si sperde affatto, nelle tenebre della volgarità e, dopo morto, non se ne ritrova traccia neppure sotto il piccolo strato di terra che pietosamente ne ricopre l'ossa.
      Questo sproloquio (il lettore mi perdoni se spesso e volentieri cadrò nel difetto delle digressioni lunghe e noiose); è venuto dall'aver principiato questa narrazione: del resto non c'è niente di male, perchè, lo dico subito, il libro è fatto per la gente seria alla quale l'ho esclusivamente dedicato; quindi l'esuberanza delle pagine e la mia verbosità, non saranno quindi del tutto nocevoli se i ragazzoni grandi e quelli piccoli, rifletteranno che tutto quello che è scritto qui dentro della mia povera vita avventurosa, è pensato a fin di bene e per far del bene, mettendo dinanzi a tutti, massime ai giovani, i mali in cui inevitabilmente si cade quando ci si allontana dalla linea di condotta giudiziosa e seria, per voler saltare e correre di qua e di là senza un costrutto al mondo.
      Io non aveva mai pensato, dico il vero, a buttar giù alla buona le noterelle o ricordi delle mie vicende; perchè ho avuto, sempre, un concetto assai meschino dell'esser mio e, sebbene, è vero, abbia veduto di molto nel mondo e di molto studiato e di molto lavorato e almanaccato per conto mio e degli altri; ho sentito sempre un invincibile ritegno, quasi una specie di pudore, una delicata sensibilità di carattere che mi ritrasse dalla scabrosa e difficile impresa: difficilissima per me poi inquantochè non ebbi mai nè scuole nè metodi razionali d'istruzione, e quel che so (che è pochino davvero) lo so per istinto di voler imparare e sapere e per non voler restare al di sotto di nessun altro col quale mi trovai a aver che fare; e non essendo uomo di studi classici veramente finiti nell'adolescenza (che li ho fatti poi da me durante le mie lunghe veglie), mal potevo io azzardarmi a scrivere un libro armonico in sè, ameno e istruttivo, in quel genere, appunto, che si richiede, perchè diletti e sia letto d'un fiato, in una magnifica lingua e uno stile svariato, ora pedestre, ora solenne, con tutte quell'altre minuzie che fanno lo scrittore toscano castigato, buono, simpatico e desiderato.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





Oceano