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      Una mattina si sente di gran trombe e tamburi e un correre di gente, e un vociare giù in piazzetta, sulle Mura e nella Strada che va a Santa Maria Bianca. Via tutti alla finestra! erano venuti i Francesi, abbivaccati proprio sulla nostra piazzetta.
      Pantaloni rossi dappertutto; un formicolio di gente e di soldati; ufficiali e zuavi; preti e borghesi che venivano a offrire gli alloggi a' graduati; e in un battibaleno fuochi accesi e pignattoni attaccati a preparare il rancio.
      Codesto quadretto io non lo scordai più anche perchè la mamma ci condusse con le altre donne della casa sulla porta e chi offriva pane e vino, e chi aranci, e chi sigari, il solito tramenìo di cui avrò a riparlarne anche più innanzi; e grida e canti e fanfare che sonavano gl'inni patriottici e noi a battere le manine e gridare «Viva i Francesi» «Viva Napoleone» «Viva la guerra», proprio ignari di tutto perchè ognun di noi, ragazzi, ci aveva al campo o il babbo o gli zii o fratelli già grandi.
      Tempi memorabili, verso i quali ritorna con un sussulto dal cuore il mio spirito assetato di ideali e di rimembranze. Quando ripenso alle giornate famose che prepararono le grandi gesta dell'Indipendenza; ai sacrifici di sangue, di denaro, di affetti, di doveri a cui i nostri babbi andarono incontro; sento un intenerimento indicibile nell'anima mia e vorrei ritornare, ma grande, a quegli eroici giorni, esser bono a qualcosa, fare anch'io per la cara patria mia quello che fecero loro, e poter dire sul declinar degli anni o in punto di morte: - «Se ho sofferto, se ho patito, se ho sacrificato tutto per il bene del mio Paese, almeno ho la coscienza di aver fatto da uomo, di non essere stato del tutto inutile e d'aver ben meritato dall'avvenire della mia cara e sacra terra dove è nata la mamma».


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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