Contrasti dei caratteri!
Terribile e inflessibile coi soldati, sia nelle lunghe marce, mentre noi con la mamma e le altre mogli degli ufficiali eravamo ne' carri dell'ambulanza; sia negli accampamenti, l'ho più volte veduto co' miei propri occhi - dico - dare piattonate a quei poveri giovanotti non ancora abituati alla vita faticosissima del militare, specie in quei tempi in cui non esistevano ferrovie.
Veniva dalla bassa forza; era stato ne' dragoni del granduca Leopoldo a Firenze, e ricordo d'aver veduto un vecchio e sbiadito daguerratipo (cosa rarissima a que' tempi) che bisognava girare e rigirare fra le dita per trovargli il punto di luce, col suo bel viso di giovanotto forte e ardito, come purtroppo fu sempre, con tanto di cimiero su un ginocchio e un'enorme coda di cavallo spiovente a terra.
Quando nacqui, mio padre era già soldato di re Vittorio, e aveva fatte come ho già detto le campagne del '48 e del '49; era stato a Curtatone e Montanara, e portava, con grande orgoglio le spalline di sottotenente e la sua brava medaglia d'ottone del '48 con una fascetta bianca, rossa e verde.
Dopo la guerra del '48, stanco e bisognoso, mio padre se ne venne dalla Lombardia, in congedo, come si diceva allora; e si messe a giovin di studio, prima a Livorno dal celebre F. D. Guerrazzi, poi dall'avv. Luigi Paladini, che da Livorno volle ritirarsi in solitudine a Lucca. (Strano tipo quest'avvocato Paladini che non usciva mai, nè mai uscì di casa per vent'anni, e solo, in carrozza, andava ad infilarsi la toga al Tribunale).
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