... bum.... bum bum.... bum e mia madre e altre mogli di ufficiali piangevano e si turavano gli orecchi.
Che cosa fosse lo seppi, poi quando fui grande, e grande assai, perchè posso dire che in tutti gli anni che rimasi dopo con mio padre, nè dalla sua bocca, nè da quella di altri, udii mai parola che in quel giorno l'esercito nostro si fosse coperto di gloria a Varese e a Pastrengo.
Ricordo soltanto che il babbo, di notte, saranno state le 10, dopo aver mangiato alla meglio (la mamma e le amiche tutte preparavano nelle tende da mangiare nelle pentole su certi mattoni ritti per costolo) dovette montar la guardia; prese la sciabola tutta ammaccata nel fodero, la sguainò..... era tutta coperta di grumi di sangue nero; la pulì con uno straccio, uscì - E mia madre era livida e piangeva.
Si partì: si valicarono montagne: erano alte alte e ai miei occhi sembravano nel cielo, erte, ripide, co' cucuzzoli nelle nuvole, e vedevamo de' be' castelli giganteschi, che bisognava raggiungere a forza di gambe, perchè i carri e i cavalli sarebbero rimasti a mezza salita.
Mi rimase il nome impresso come se mi ci fosse stato inciso col bulino, e negli occhi rivedo ancora (dopo tanti anni) i profili snelli di que' torrioni lontani lontani e poi di lassù, guardando nelle valli e ne' pendii che a esse conducevano, montare gli uomini e i cavalli, ma piccolini piccolini, per un fenomeno che non mi sono mai potuto spiegare: nemmeno quando, ormai uomo fatto e pieno d'esperienza di viaggi per montagne e mari, avevo la capacità di accomodare l'occhio a distanze anche stragrandi.
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Varese Pastrengo
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