Io mi persi tra la folla e cominciai a girare e voler vedere ogni cosa: a poppa, a prua, sopra, sotto; i soldati che mi volevan bene, chi mi portava a veder la sala da pranzo, le cabine, le macchine. Non ho mai più provato tante sensazioni gradevoli e tutte a un tempo, come in quel primo viaggio che feci: e fu, si può dire, (anzi senz'alcun dubbio) il primo incentivo a farmi invaghire di vedere il mondo, navigare, conoscere paesi novi, andar pe 'l mare, in qualunque modo, e su vapori o a vela, poco importa.
La voglia, infatti, me la son cavata; del mondo, posso dirlo con soddisfazione, ne ho visto (anche troppo); se sia stato un bene o un male il lettore lo giudichi; quel che posso dire (e anche questa confessione la fo con orgoglio) in ogni modo ho pagato di persona e con le mie ossa.
Insomma dico, per finire e condurre il mio caro lettore a Napoli e poi in Sicilia; che già mi dichiaravo un marinaio e andavo dicendo a tutti che sarei diventato un marinaio italiano, appena fossi stato grande.
Aimè! avrei dovuto disdirmi poche ore dopo, verso le 5 pm., del 5 maggio 1861 quando il piroscafo cominciò a dondolarsi soavemente sui suoi fianchi; disdire a gran grida il mio giuramento! Mi girò la testa, mi traballaron le gambe, le budella cominciarono a far dondolo; gli occhi s'appannarono, e il gran capitano di lungo corso fu portato, più morto che vivo, e come un fuscellino, giù dalle scale del salone e ficcato in una cuccetta stretta che pareva girar su se stessa a ballar la manfrina, e che pigliava luce da un occhiolino tondo che mi pareva facesse l'altalena.
| |
Napoli Sicilia
|