Di giorno, era una gazzarra sulla marina e nelle strade; di notte un urlo continuo, un vociare Viva da centomila petti, un cielo sempre ardente, un fumo di polvere che soffocava dappertutto.
Io mi divertivo, alla mattina, a guardare da un loggione che dava sulla porta principale della Caserma, la moltitudine di ragazzacci giovanotti (picciotti) che venivano all'ora della colazione a chiedere da mangiare; e i soldati portavan fuori e distribuivano gamelle di sbroscia che doveva esser caffè, e pezzi di pane; vedevo quei poveri diavoli divorare troccoli di pane come mattoni, e tracannar gamellate di brodo lungo che mi faceva ridere. Mi maravigliava poi di vedere molti di costoro portar gran cesti d'insalata, lunga e bianca, (lattuga di certo) e se la ficcavano in bocca, senza sale nè altro; ho saputo poi che l'uso c'è ancora.
Messina - La Cittadella.
Il porto! Al porto poi mi divertivo un mondo; passavano carrette cariche di gran pesci lunghi almeno due metri e con certe bocche come seghe, co' denti lunghi e appuntiti come aghi e mi dicevano che guai a essere perseguitati in mare da codesti voracissimi e terribili animalacci: erano pesci-cani; e anche di pesci-spada ve ne erano in istraordinaria quantità. Tutto il mare di Messina è ricchissimo di pesce d'ogni genere, saporitissimo e di dimensioni enormi. Sentite.
Per interrompere la monotonia dei grandi continui festeggiamenti e processioni e schiamazzi e rintronìo di scoppi, fuochi e luci di Bengala; noi tutti con gli ufficiali, le mogli e i figlioli, di sera tardi, quando era folta notte prendevamo dei grandi lancioni e co' barcajoli andavamo un po' fuori e dietro la Cittadella, a pescare.
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