Dove riposano le tue ossa? chi le ha ricercate, e ha dato loro una onorata sepoltura, scrivendoci su almeno il tuo nome, gloriosissimo, e un ricordo pietoso al tuo gran cuore? Ma che dico: infinite fredde zolle ricoprono le povere ossa d'innumerevoli figli d'Italia morti per la patria, seguendo il sublime cavaliere dell'umanità, cui nessuno le sa, se non forse la mesta spigolatrice che ne riconosce sulla terra la fiorente messe di papaveri e di margheritine.
Orvia, dormite in pace, eroi: la natura sola vi tiene compagnia: essa è eterna.
CAPITOLO V.
Questa seconda visita a Messina durò tutto il '62; e mi avvennero vari casi che balzano su, ancor vivi, dal mio pensiero.
Alternavamo il presidio con gli esercizi, il tiro, le passeggiate sulla spiaggia e i bagni di mare. Per recarci a1 tiro escivamo dalla città dirigendoci verso il faro, luogo desolato e di cattiva fama per la sua arma micidiale. In uno di codesti esercizi di tiro, riportai una gravissima contusione alla mascella destra, per un rinculo del calcio del fucile troppo violento; o che fosse polvere forte e vecchia o, (ed è più probabile) distratto appoggiassi troppo la faccia al calcio, il fatto sta che mi gonfiò e s'illividì la parte destra, con gran dolore dei denti.
In quanto a bagni di mare, io non li volevo fare perchè quella spiaggia tutti dicevano che era piena di pescicani; si narravano fatti paurosi; un ufficiale - (dicevano) - un tremendo mostro se l'era intrippato vivo vivo; era sparito un soldato; un pescatore; un picciotto: sicchè io m'incaponivo a non voler far bagni e quanto più il babbo s'arrovellava e minacciava, e più, io, duro e caparbio: nè le buone nè le cattive maniere mi facevano persuadere a obbedire colui che non ischerzava mai, come ora dirò.
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Italia Messina
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