Come Dio volle tutto questo passò.... con un bravo duello e per dire il vero io non ho mai potuto sapere se ne toccò mio padre o il garibaldino. Tutte le volte che ne domandai al babbo, quando o per lettera o a voce nell'unica volta che lo rividi (1870) prima che morisse, non ci fu mai verso di fargli dire il finale della cosa: agli arresti ci fu, ne toccai anch'io, rimase buzzo buzzo per dimolto tempo, il vecchio padron di casa non lo rividi più e Cesare, sottovoce, con tanti spergiuri, da parte mia, che non dicessi nulla mai ad anima viva, mi raccontò che il Cadolini aveva sistemato lui in modo onorevole. Come avrà fatto?
Ah! in modo onorevole no, ombra di mio padre!; perchè l'offesa fu atroce; chi fu Garibaldi, non occorre che lo dica io, e se, a que' tempi antichi, l'odio ufficiale era feroce contro il gran Nizzardo e le sue camice rosse, i tempi moderni, sebbene abbiano rimesso le cose nella loro luce di giustizia, non hanno ancora fatto sparire quel non so che d'antagonismo che nutrirono con ingiustizia palmare, i gallonati del re sabaudo contro i veri campioni della rivoluzione italiana: ma io vendicai tutto - e il mio Calatafimi ha ripurgato l'ingiustizia del babbo.
Salutare mi fu codesta scena che la rimuginai pian pianino nel mio cervelluccio: cominciai a odiare la vita militare e a far castelli in aria e temevo, che dovessi anch'io, col tempo, diventare un figuro spregevole odiatore di colui che dai racconti che ne udivo fare da garibaldini, mi pareva un vero padre, un Dio, un angelo sceso in Italia a liberarla da preti e da re, sempre cattivi e tiranni.
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