Fame - fame terribile, ho sofferto nella mia prima giovinezza; ma non deve credersi che questo avvenisse per cattivo cuore o avarizia del mio onestissimo babbo: no; io voglio credere che fosse per paura; paura che il mangiare mi facesse male, o che m'avvezzassi delicato. Saggia e bonissima idea e molto adatta per i cani da caccia de' quali lui n'aveva sempre diversi e che teneva a stecchetto come me; ma metodo credo io, pericoloso per i ragazzi che non devono andare a scovar cucchi al bosco e devon venir su e crescere e che però come gli uccelli, speluzzicano ogni momento.
Qui mi si presenta alla memoria una figura soavissima di donna: una maestrina; bella, bionda, con due grand'occhi pensosi; abitava nel piano di sopra a noi; io, non so se fosse, come si dice, la provvidenza o il caso o la natura che me la mise accanto: codesta bellissima giovane, o che si fosse accorta dal mio viso sparuto che mi mancava l'alimento; o che piuttosto avesse preso una cotta per mio padre, gran cacciatore di selvaggina proibita; il fatto sta che, a mezzogiorno preciso, la bionda bellezza mi chiamava da una finestrina della corte e io salivo tutto allegro e contento e mi vedevo mescere una scodella piena di una minestra, che era sempre la medesima, di pasta a cannellini e io credo che in vita mia non ho mai più nè assaporato, nè goduto una minestra e una maestra così buona e di tanto entusiasmo e fedeltà. Durò un mese; e poi cessò - Mi regalava anche certi rosari di margherite rosse, azzurre, gialle e verdi che mi parevano cosa celeste; ma credo che alla povera e buona maestrina paressero più celesti gli occhi sbarazzini del mio severo padre, ma con essa non troppo!
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