Povera zia Adelina, essa è morta a novant'anni, circondata da gatti e cani ai quali somministrava alimenti e ricovero: era una mania che la rendeva ridicola a' volgari, ma santa a' miei occhi, perchè non iscompagnava gli atti di carità alle bestie delle quali andava in cerca, come guida, della quale era molto amica, tanto che, a Viareggio, la chiamavano la mamma dei cani! Era poi caritatevolissima co' poverelli e le vedove dei pescatori, che quando or è poco morì, ne accompagnarono la vecchia salma.
Ma torno al nonno, il quale, quand'io lo conobbi, nel '65, era già ricchissimo, e la casa, come ho detto, una Magona.
Il mangiare e il bere non finivano mai, e gli amici abbondavano tutto il giorno; preti, frati e secolari pareva si fossero dati la voce: le domeniche poi a tavola s'era sempre vicino alla ventina, e che inzèppa che t'inzèppo, intrippate que' preti; i tordi; gli arrosti, il pesce cucinato in tutte le maniere, gli sformati, i budini venivano di cucina che pareva un diluvio; e non vi lascio immaginare cos'erano quei fini di pranzo, quando tutti non ne potevan più del gran masticare, e con tanto vino in corpo che io non mi so capacitare davvero dove se l'erano.... potuto ficcare....
Lo zio Policarpo poteva veramente dirsi il cor contento: sempre cordiale e benevolo, non gli ho sentito mai fare una reprimenda a nessuno; e a me poi, lo dico con mesto affetto m'avesse ripreso mai, anche, quando, come è facile capire, per l'età, sebbene serio di mio, qualche birichinata e scappatella la facessi pur troppo!
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