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      Uomo tollerantissimo, non quistionava mai nč con gli amici, nč con quelli con cui aveva, per la sua professione, qualche differenza: diverbj veri e propri non gliene ho sentiti mai, durante gli anni che mi tenne con sč, mi fece da padre.
      Grasso, era d'una ciccia giovareccia, piuttosto basso, con una barbetta rada intorno al viso paffuto, con gli occhi piuttosto piccoli ma di buono, non mi capacitavo che fosse cosė tollerante anche quando qualche cliente (era procuratore e faceva l'avvocato senz'aver la laurea) lo investiva o per una cosa o per l'altra. Era abilissimo e pių d'un avvocato; tant'č vero che ho sentito spesse volte dire dal sor Luigi Paladini (che era quello che dava il nome allo studio) che ne sapeva quanto il Carrara.
      Giulio Alessandro - Maestro di calligrafia - Padre di Pericle Pane
      Posso dire che da quello specchio io ne ritrassi quel po' di modestia ch'ebbi al mondo: non lo udii mai vantarsi, lodarsi, portare al cielo, e andare in visibilio d'una causa da lui vinta, trionfando anche di avvocatoni celebri di que tempi, il Simonelli, il Bartalini.
      Un grosso difetto, purtroppo, l'aveva anche lui: e veramente quello solo, ammazzava tutte le altre virtų che pure a bizzeffe arricchivano quell'anima generosa. Era simulatore e dissimulatore.
      Aveva una pratica: gliel'aveva appiccicata un amico, l'avvocato A. G, che per togliersela di sulle spalle, non si fe' scrupolo di mettere la zizzania e la guerra, atroce guerra, in seno a una famiglia perbene. La povera nonna, che era ancora una bellissima sposa, ed era stata come la fama suonava ancora, la pių bella giovane di Siena, d'una bellezza romana, d'una carnagione bianca come il latte, con due occhi in fronte che lucevano come stelle; quando lo scoprė, ebbe a diventare matta, tant'era gelosa diventō una tigre; le minacce che non le ho sentito fare io, allora piccolino con cosė poco discernimento superano il credibile: si messe nel cassettone pugnali, pistole, coltelli, veleni e certi ciottoloni grossi come zucche, che Dio sa dove li andō a raccogliere, e stava tutto il santo giorno alla finestra, nascosta sotto la persiana, pronta com'essa diceva a uccider la rivale a sassate e a pistolettate, e poi a correre gių dalle scale a sgozzarla.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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