Pagina (100/497)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E io ci credevo e avevo una paura terribile e singhiozzavo stretto alla sua sottana, perchè non capivo che torti potesse farle una donna che abitava sui fossi scoperti, nientemeno alla porta opposta della città, e nascosta all'occhio di tutti, perchè lo zio anche lui aveva paura che un giorno o l'altro, la nonna facesse davvero qualche sperpetua - le cose arrivarono a un segno tale, che la casa era divenuta un vero inferno; lo zio, con quel suo carattere pacifico di nulla se la prendeva, e le tempeste che gli scaricava addosso la invelenita legittima sposa, lo lasciavano sempre in equilibrio e inalterabile, come la nave solida che le raffiche dell'uragano malmenano e abbattono di qua e di là, ma non hanno la forza di farla deviare dal suo cammino. Aveva preso una cotta a quel biondo Dio, e per di più, credendo di fare un'opera buona a redimere una donna stata di tutti, quando le nacque un figlio, che poi dopo vari anni morì, tornò a casa che pareva un giovinetto, e noi si venne a sapere lo scandalo subito, ma alla nonna fu sempre taciuto, anche dalle ciarlone, che tante ne venivano per casa, perchè proprio faceva pietà quella sua gelosia scalmanata.
      In questo periodo della mia vita, per la prima volta fece capolino in me il fondo onesto del cuore: la nonna era circondata da gente che la inghebbiava di ciarle a tutto spiano; la domestica (allora si diceva la serva) senz'altro, barbaramente messa su dalle birbone della città, quando tornava dalla spesa ci aveva sempre qualche braca da riferire: ora aveva visto la Giulia tutta agghindata andare a comprar della roba; ora, l'aveva occhiata con disprezzo mentre usciva da un portone; ora questo ora quello, e la nonna mesci soldi per sapere!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





Dio Giulia