Quante volte durante la professione, ho ricordato quel buon maestro, e ne ho seguito i sistemi, incoraggiando e stimulando con la vanità, l'inclinazione de' giovani, proclivi alla lode e all'ammirazione! Quante volte, nel sentire da' miei scolari le loro traversie a scuola, agl'Istituti, all'Università, ho ripensato ai miei maestri antichi tronfi e pieni di sicumèra, pedanti e svogliati, che non sanno conoscere le inclinazioni geniali degli alunni, non li compatiscono e li rovinano, perchè ne tiran su de' bighelloni senz'arte nè parte, svogliati, pigri odiatori dello studio e della disciplina!
Quel poco che so, quel poco che ho fatto (se qualcosa ho fatto da me), ne' cinquant'anni di studio e di sete di sapere, che son passati dalle prime scuole; posso giurare di doverla al mio buon professore di storia, Torello Del Carlo. Il brav'uomo lasciò varie opere pregevolissime; la Storia d'Italia, quella di Lucca ecc; morì giovane, quand'era nel colmo della salute e delle forze.
Buon Del Carlo, vada sulla tua tomba, la lacrima pietosa d'un vecchio che se fu scolaro tutta la vita, lo deve soltanto a te e a te deve solo la soddisfazione di non essere riuscito un uomo volgare affatto.
Un altro professore, dal quale non mi staccherò sì presto, fu quello di disegno. Era il Dal Poggetto: un omino curioso, magro riseccolito, che somigliava il Ricasoli; meno l'occhio strambo; portava una zazzerina di capelli fini e svolazzanti; aveva una mano fina e secca, ma l'abilità di codesta mano era maravigliosa: pittore caldo e naturale; fu il maestro del Gelli, che divenne il pittore del kaiser Guglielmo d'infamata memoria.
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