Cos'era stato?
Il lettore riderà, ne son certo, perchè un fatto di questo genere credo sia veramente unico al mondo.
Lo squadrone di cavalleria che era di presidio a quel tempo, aveva un gran numero di bass'ufficiali delle provincie meridionali, specie di Napoli; e, si sa, che a Napoli la cresima la fanno dopo la comunione! Or avvenne, che codesti smargiassi e cretini superstiziosi, fecero la domanda all'arcivescovado (che era un Giulio Arrigoni) per essere cresimati. La funzione ebbe luogo una domenica solenne, con gran concorso di lucchesi, in gran lusso e musiche e luminarie sulla piazza di San Martino.
Codesto giorno apparve un foglio illustrato dove si vedevano quei giovinotti in gran tenuta e con de' visi rubicondi e bofficioni prosternati dinanzi al Vescovo che in cappa magna, piviale ecc. e con una mano alzata dava lo schiaffetto sulle guance di quegli spilungoni: la caricatura era accompagnata da una salace strofa di versicoli berneschi, raccomandando gloria eterna ai difensori della patria, che, dicevano i versi, gemeva ancora sotto lo Knut dei croati: specie la povera mendica di Venezia!
Codesti bruti meditarono una vendetta e se la presero a quel modo: il male fu che era stato padrino o compare alla funzione un tenente Susini, di Siena; e verso di lui s'appuntarono gl'infiammati strali de' patriotti: sfide vi furono, non accettate; e quegli energumeni pensarono di vendicarsi massacrandone gli autori dinanzi al Caffè Manacci.
Vi fu processo, lungo, e agitato: ma la giustizia la vinse; in galera tutti, anche il Susini; e così i buoni lucchesi furono soddisfatti.
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