Il cinguettio delle vocine s'univa al romorino soave e delicato dell'onde del mare che venivano a scherzare con le rena e a disfare i monticini che i ragazzi, a piedi nudi o nudi del tutto, v'alzavano pił in quą e pił in la; le corse su quella sabbia che pareva un lenzuolo bianco di bucato, umido e tepido sotto gli ardenti strali del sole; i granchiolini che, sbucati con le palette da cento monelli, correvano goffi e sbilenchi andandosi a rimpiattare sotto la rena, e facendovi la buchetta con le loro tanagliette forti come l'acciajo. E pił qua e pił lą, a volte, il fluttuare sul verdolino diafano dell'acqua di certi calamai o polpi bianchi che sembravano funghi o ombrellini con nastri rossi o bianchi serpeggianti sott'acqua.
E la gioia del bagno? il rincorrersi sulla rena? l'intrufolarsi e uscir di sotto a' monti di sabbia cocente e rituffarsi nelle purissime e freschissime onde, a mala pena increspate e mosse dalla brezza matuttina e della sera? e le notate che facevamo noi grandi, lontane lontane, con gran spavento e gridio dei nostri che, seduti sotto il Capanno Balena chi lavorando chi leggendo chi chiaccherando, nel molle abbandono di quel cielo e di quell'aria paradisiaca, ci richiamavano a sguarciagola? Ma chi sentiva le loro voci? Chi aveva paura de' loro gesti? Chi avrebbe obbedito tentato dall'onda azzurra e calda che pareva ci attraesse col suo misterioso amplesso entro le caverne luminose e misteriose del fondo increspato da ondulazioni leggiere e vaste che si disegnavano lontano lontano fino in alto mare?
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Capanno Balena
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