... «presto».... «arranca»... «vira»... s'erge maestosa la bella col petto grazioso, nudo, fuor dell'abisso furente; è un baleno: si vede guizzar nell'aria tempestosa nera come la pece, un serpente che si snoda e che sferza l'aria con le sue spire vibranti; è la fune che in un attimo, venti cento braccia hanno afferrato strettamente fuggendo verso terra, trascinando, con uno sforzo supremo ed erculeo la nave che, sul gonfio rigurgito dell'onda, torna maestosa al suo riposo, tutta vibrante della lotta, ancor tutta ansante e rorida di spuma, ma salva e vittoriosa.
Dopo la prima, le altre: dieci, venti, tutte.
Ma quante volte una manovra non regge, o il furor dell'onda è soverchio per il parossismo dell'acqua infernale. Allora la povera paranza sotto il ferreo braccio di un novello Anteo, è costretta a orzare, e a riprendere il largo, ritornando, in pieno mar furente e dopo un'ampia voluta, ritentar il lancio della cima e l'entrata temuta, contrasta e vinta.
Andate nella chiesa di Sant'Andrea e guardate: mille e mille quadri, pieni di cuori d'argento e d'oro, sono là a mostrarvi la fiducia pietosa, la fede incrollabile di quelle povere donnine che aspettano da Dio... vita, pane, il marito, i figli, la pace. E così da cent'anni! Ma la vita, il pane, la pace, tardan sempre a que' meschinelli del mare.
Vi voglio raccontare, giacchè si parla di marina e delle loro lotte, un dramma viareggino accaduto in quei tempi; l'ho intitolato:
Le bimbe di Drea, il paranzellaro.
Com'era bella quella sera di fin d'ottobre!
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Anteo Sant'Andrea Dio Drea
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