Il mare tremolava più verde e più luminoso che mai, sotto un sole che andava giù rosso rosso, dietro una fitta linea di nuvole scure scure; l'acqua pareva d'acciaio fuso scintillante e il cielo, meno che all'orizzonte, brillava come se fosse di cristallo; la Pineta, illuminata di faccia, splendeva come un pezzo di porpora fin laggiù laggiù, al Forte de' Marmi.
Avevo sentito raccontar qualcosa, ma in confuso, di quel vecchietto che vedevo seduto e immobile lì, davanti alla bilancia stringendo fra denti la cannuccia corta corta della pipetta nera nera: avevo sentito dire d'una tragedia, o d'un dramma di famiglia a' tempi della sua giovinezza; ma un sentimento di rispetto, una discreta e delicata compassione, m'avevan trattenuto da entrargliecene perchè, dicevo fra me e me: - A che pro riaprirgli una delle ferite forse non del tutto rimarginate? Povero vecchio, mi sapeva male davvero rifrugare nel suo cuore ormai addormentato, forse già spento per sempre. Ma quella sera, seduto vicino a lui, a certe parole che avevo sentito dire a un altro vecchietto rimpresciuttito e tutto grinze, che gli tirava su la bilancia, mi decisero a rompere il ghiaccio. Diceva: «O Drea, ve ne ricordate di quella vigilia? Il mare era così per l'appunto; nè più bello si sarebbe immaginato: povera Celeste, povera Assuntina!» - Drea non gli aveva risposto, anzi s'era alzato e se n'era andato più in là, accoccolato su un pezzo di rete con la spola e il filo color caffè a rabberciare uno sdrucio; pensai tra me, mentre aspettava di far la levata:
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