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      Era bona poi con tutti - povera bimba - e manierosa anco co' poveri che la venivano a cercà' dì lontano: dispiaceri alla mamma e al babbo, non c'era da parlarne.... era il passerotto di casa e metteva l'allegria dappertutto. Drea non era ricco, tutt'altro; campava, come campan tutti qui, e come ho campato io fin da bimbettino e da omo: col ricavo delle paranze; n'aveva due e io una: Assunta in cielo e Giuseppe Padre; Stella, la mia, era vecchia come il peccato e me l'aveva lasciata mi' pa' quando morì, tutta scatrasciata, che mi disse:
      - «Felice nun la vende mai Stellina, piuttosto lasciala morì nel mare; è robba del mi' vecchio bon'anima, e ni voglio bene.» - Le paranze di Drea èrino forti e ardimentose: vede? se le portava il mare in libeccio come du' sposine di diciotto anni; parèvino du canini scherzosi in sull'onde, che si tuffavino sù e giù, come piume leggiere. Quando la sciroccata la rincorreva al largo, ci provavano gusto, a briucà e poi infilavimo il Canale come rondini..... era un vede'!
      - «Noi s'era di casa di Drea; perchè oltre a star uscio e uscio, in Darsena, a stagioni cattive si faceva a metà; si mettevimo le ceste in mezzo e si spartiva tutto: Annina, la mi' vecchia, veniva a ésse un pò cugina di Nena, la mamma delle du' bimbe. Paolino, il più grande de' mi' ragazzi era innamorato di Celeste; ma Celeste se la diceva con Mènio, il mio secondo figliolo, che era un omino più quieto e più bono; l'Assuntina, invece, tirava per Paolo, furioso e prepotentello, ma bono anche lui, bastava nun lo stuzzicà. Menico cercava l'Assunta che non ne voleva sapere e s'adontava di molto se se lo vedeva dietro alla messa.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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