Entrava da padrona! Costei era stata meretrice, ma il nonno (si diceva) l'avesse riabilitata: era un'azione nobile e umana? Io non la discuterò; la sposò poi con le forme dovute, vari anni dopo, ma, a quel tempo, nessuno, e tanto meno io, potevamo renderci conto, nè sapevamo giustificare ai nostri occhi un passo simile. Che si pretendesse da me amicizia e affetto, sta bene; ma che mi s'imponesse di ritenerla come la mia povera, onesta, carissima nonna, ciò non poteva essere: fu la mia rovina!
In cotest'epoca appunto conobbi, amai e divenni amico di Alfredo Catalani, cigno immortale della mia città.
Abitava il giovinetto in via..... in una casa assai meschina, e nessuno avrebbe creduto che sarebbe divenuto quel grande, da rivaleggiare per le sublimi melodie stemperate in sospiri dell'anima, a Rossini e a Verdi. Io lo accompagnavo all'Istituto e notavo su quel suo visino delicato e fine, e negli occhi pieni di malinconia una misteriosa luce, un non so che di patito, che me lo affezionava di più: lo credo, io! era un predestinato!
Gloria a te, nobile figlio della mia Lucca; il tuo passaggio rapido su questa terra, fu come una meteora luminosa e fuggente: ma entro i palpiti delle tue note, ne' ritmi della tua Wally, di Loreley, d'Ednea, ecc,..... sgorgano le note dell'infinito universo, i singhiozzi delle anime dolenti, l'indefinibile speranze; e le illusioni, di qualche cosa che si sente sublime, divino, e che dev'essere immortale, e, che non si può capire.
Io mi sentiva come una lodola innamorata della luce del sole: la visione continua della mia Luisina riempiva l'oscurità e il vuoto della mia esistenza: fremevo e piangevo sulli scritti di Ugo Foscolo e di Byron; sapevo a memoria le Ultime lettere di Jacopo Ortis; smanioso, in preda a una febbre che non mi capivo, camminavo sulle Mura, leggendo i poeti, volando col pensiero a lei che m'invitava come a morte.
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