Preti e frati non mancavano mai; tra gli altri ricordo un certo Del Fiorentino, un pretoccolo leggero e bellimbusto che se la diceva molto con le ragazze e rideva sempre; e un frate celebre, Padre Giovanni che divenne primo cantore del papa alla Cappella Sistina, e morė (si disse) avvelenato per gelosia. Costui cantava da baritono, e s'era fatto frate.... per passare, forse, da un genere di parassitismo a un altro.
CAPITOLO XVIII.
Nessuno crederebbe mai, vedendomi ora e conoscendo quanto io sia stato e sia alieno dal sangue; nessuno crederebbe mai dico - che nel 1869, fossi un piccolo Nembrod, che stessi tutto il giorno con la schioppetta sotto il braccio e che consumassi tanta polvere di Stazzema e di pallini di piombo. Quante volte poi ho ripensato a' quei beatissimi tempi, ho sentito un senso di repugnanza sincero a uccidere e veder uccidere gli uccelletti della campagna e del bosco, che un senso antipatico di raccapriccio mi ha perseguitato e mi perseguita, sė che, anche ora quando vedo un cacciatore in agguato col fucile in mira e lo sguardo teso verso un cespuglio ove un innocente bestiolina lietamente cinguetta al Sole, mi sento turbato e triste.
In quei tempi ero uno smanioso cacciatore; mi alzavo alle 2 o alle 3 del mattino e con un villanello, le pių volte solo, me ne andavo lontano lontano, su per le montagne di Monsummano e di Pescia a far man bassa d'infelici volatili.
Che allegria, quando potevo spianare il fucile e vedevo cadere un tordo, una lodola, un merlo (cosė difficile a farsi chiappare) e gli uccelli pių grossi.
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