.. Era basso, quasi a un metro da terra, su un ramicello che svettava alla brezza; spiano il fucile, lascio andar la botta, e via a raccattarlo.
Numi del cielo! nell'aprire le frasche scopro due carabinieri che mi si fermano in faccia. Rabbrividii perchè, il pettirosso era caduto proprio nel sentieruolo e costoro camminavano proprio incontro alla botta. Mi balenò in mente che in quella posizione io dovevo averli investiti.
Del pettirosso non c'erano tracce; nemmeno una penna; i due brav'uomini mi agguantarono per le mani e lì botta e risposta - Chi sono, dove vado; fuori il passaporto..... insomma il procedimento fu spiccio; mi tolsero il fucile mi misero in mezzo e mi portaron via.
Per farmi lasciare incominciai a sfoderar la parlantina che non ero un cacciatore di frodo; che il nonno mi doveva portare il passaporto proprio quel giorno, e - finalmente - dissi, sono figlio del colonnello Pericle Pane, gran patriotta, e martire della libertà!...
Queste parole fecero colpo.
- «Allora - disse il maresciallo - per onor del suo babbo, se ne vada, prenda il fucile, e mi saluti tanto!.... i pettirosso!».
Nato d'un cane, si burlava anche di me!
Me la sgattajolai via come una lepre impaurita: e andai a casa a raccontar l'avventura; il passaporto venne e vennero anche le conseguenze che portan con loro.
Finisco, con un'ultima avventura che, poteva essermi salata davvero: mi ritrovai una sera in un bosco folto e scuro sul vertice del monte Munsummano, quando, lontano un cinque kilometri, si presentò a' miei occhi una delle scene più maravigliose che Salvator Rosa potesse sognare per la ricchissima sua tavolozza.
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Pericle Pane Munsummano Salvator Rosa
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