Pareva che scendesse dal cielo su quel monte, come un tendone candidissimo; certi nuvoloni bianchi e soffici come il cotone scendevano veloci, come se cadessero a poco a poco e s'ammuchiassero l'uno sull'altro bianchi e leggieri; era un sipario candido e roseo al tempo stesso, maraviglioso. A un tratto, dal centro di quel tendone guizzò un serpente di luce che si ramificò su quello scenario lontano; fu come il segnale della rappresentazione; dieci, cento, mille scintille rosse, verdi, azzurre, vene sottili che ora rabbridivano, ora palpitavano s'accorciano, guizzano su quell'Himalaia di cotone: un chiarore roseo e violetto con sprazzi di sangue filettato d'oro, illuminava la meteora maravigliosa, e camminava con velocità vertiginosa verso Altopascio, al bosco dove mi trovava. Pareva la conflagrazione degli elementi: ma era una battaglia silenziosa; non si sentiva - nella profonda quiete che tutto avvolgeva - altro che gli ultimi, rari, incerti pigolii furtivi degli uccelletti tra' rami, aspettando la notte e il sonno.
Gli spettacoli della Natura; gli scenari inestimabili che i fenomeni elettrici o le scene degli elementi presentano sulla terra, mi hanno sempre colpito l'immaginazione e non ho trascurato mai l'occasione felice di sprofondarmi, con tutti di tuffarmi, dirò così, i sensi, nelle splendide battaglie delle meteore, o sugli oceani o sulle montagne, come se una simpatia arcana, una forza magica, mi traesse fuori dell'involucro terrigeno, facendomi sentire l'attrazione magnetica d'esser parte della natura anche noi, in quelle lotte fra la luce e le tenebre, la terra e il cielo, il fulmine e la furia delle acque.
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