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      Gira di qui, gira di là, dopo venti minuti la tempesta s'andò a perdere verso la Val di Nievole, e un cupo silenzio prese il posto del pauroso fracasso dell'uragano; si udiva il tempestar della meteora da un lato, e si sentiva, veramente si sentì, una quiete maravigliosa invadere, a poco a poco, que' secreti penetrali della terra - per dove era passato il nubifragio.
      Nessuna traccia d'anima vivente, altro non v'era che la solitudine, la notte, l'ombre paurose della foresta.
      Camminare non potevo nel buio e mi rassegnai ad aspettare il giorno: ero fradicio mèzzo, affamato, stracco e inquieto. Non avevo paura, ma pensavo all'apprensione di que' di casa e ai rimproveri, e alle solite scenate.
      Frugandomi nella catana per prendere un pezzo di pane che avevo portato; lo ritrovai divenuto un pancotto, mescolato a una diecina di esseri pennuti che d'uccello non avevano che i becchi e le zampe.
      Così stetti fino alle undici di notte, quando alcune grida, alte, nel profondo del bosco, mi feriscono gli orecchi. Vedo una luce lontana; comincio a gridare anch'io, e dopo dieci minuti mi trovo di faccia a due contadini di casa, con un lanternone in mano.
      Risparmio al lettore le reprimende e i rimbrotti: se lo immagini.... avevo tenuto in pensiero tutta la giornata e mezza nottata più di venti persone: chi mi credeva scappato; chi affogato, chi impiccato!.... come Dio volle, pagata la rabbia degli elementi, svanì anche quella delle creature umane e me n'andai a dormire nella mia soffittaccia, come l'eroe di Tarascona.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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