- «Incredulo, ateo, - rispondeva - non sai che l'universo è pieno zeppo di mondi come il nostro, e che perciò....» - «Sta bene, ribattevo - ma anche su que' mondi muoiono e tutto l'universo deve traboccare di spiriti e d'ombre.»
Insomma, venne a tutti noi l'uzzolo di vedergli chiamar li spiriti e farli parlare: ecco un tavolino tondo a tre gambe; ecco spento il lume; eccoci tutti, in catena, con le mani appoggiate sull'orlo del tavolino, zitti zitti, come voleva lui, concentrati musoni, a vedere se si sentiva rifiatar Plutone.
Qui - o lettore - perdonami se ti racconterò una scappata spiritosa che con gli spiriti nulla aveva a che fare, ma che ti proverà come codesti armeggii non sono che burlette: non so come diavolo m'accadde di sollevare col ginocchio il tavolino; e facendolo ricadere piano piano piano insensibilmente senz'addarmene imitai i colpettini spiritistici col piede di legno: - Sentite o non sentite? - gridò subito Giulio - ecco lo spirito; risponde; ora sentirete : e giù domande, e giù colpettini.
- Chi sei?
- Giulio Cesare....
- Come stai, sei nel regno dell'eternità...? e io accomodava le mie risposte a seconda delle domande!
O che il sor Giulio fosse un matricolato volpone, e tutto contento di quell'inaspettato ajuto ci pigliasse gusto; o che ci credesse veramente; il fatto sta che l'esperimento durò un bel pezzo finchè, zitto zitto, con una mano azzeccai un pizzicotto nelle chiappe a Carlo che mi stava accanto e che mi rispose con uno scapaccione.... la seduta fu sospesa, e poi ripresa altre sere, e altre sere ancora, finchè l'ultima non volli più ajutare l'evocazione delle ombre, e le ombre credettero bene di lasciare il sor Giulio con tanto di naso.
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Plutone Giulio Cesare Giulio Carlo Giulio
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