E mi facevano fremere - a que' tempi - ora sorridere, Saffo, che si getta dal sasso di Leucade, non c'è per nulla! Mi pareva impossibile - dico - che avesse finto così bene una bimba di quattordici anni e non me ne sapevo dar pace.
M'ero sprofondato. - dunque, nello studio; le scienze naturali - per scordare e guarire, l'ho gia detto, avevano sul mio spirito la massima attrattiva e divoravo opere di Fisica e di Chimica e tante ne vedevo che le comperavo sperando trovarci sempre di qualche cosa di più; avevo trovato la Fisica del Canton, e stavo delle ore a assottigliarmi il cervello su quel testo scritto in uno stile che sapeva di Galilei lontano un miglio; m'ero scelto per stanza da dormire una soffittaccia sotto il tetto, lontana da tutte le camere che per mòntarci bisognava fare il giro della casa fra mezzo a mille travi e sottoscale che avrebbero impedito l'accesso a chiunqu'altro meno che a un gatto: Costì avevo messo una splendida libreria d'un 300 volumi; appassionato anche ai romanzi storici dell'epoca, che escivano a dispense ci aveva il Niccolò de' Lapi, l'Ettore Fieramosca, l'Assedio di Firenze, la Battaglia di Benevento e poi tutta la collana di Dumas padre, e passavo le mie nottate a studiare e a leggere, e le giornate sui monti o nei boschi: sognavo.
Che diletto inesprimibile di poter leggere, solo solo, da me e per me, quelle maravigliose pagine piene di sentimento e d'opere grandi. Mi s'empiva la testa di fantasime e di sogni, e sognavo davvero con gli occhi aperti: Che è, del resto, quel giovane che non abbia fatto altrettanto o non lo faccia anche oggi? ma la scuola letteraria moderna com'è cambiata!
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