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      Presto presto, si chiama il contadino che non si trova: è a veglia a Collodi; allora un consiglio d'eroi si forma sul momento attorno a quel povero sacchetto; bisogna buttarlo nel pozzo; così com'è bisogna levarlo subito di lì; chi ne dice una, e chi un'altra. Mi fo avanti e propongo di portarlo io fuori di casa: sì.... no.... aspetta... ho già preso il famoso sacco, l'ho chiuso e serrato con un fazzoletto e me lo porto via, passando in mezzo a quella gente che spiritata pareva di sasso, tant'era la paura che avevano addosso.
      Lo portai in un campo lontano; e tornai a casa, venne il contadino, che se l'andò a prendere e tutto finì lì.
      Soltanto quando rientrai in casa, potei capire il perchè di tutta quella paura e spavento: allora capii che tutti noi avevano corso il pericolo di saltar per aria. Sarebbe bastato una scintilla non più grossa d'un capo di spillo, il codino del lucignolo acceso che ciondola quasi sempre attaccato al gambo, per far scoppiare quel monte di polvere; uccider me e buttar giù la villa seppellendo tutti.
      Mi sono trovato durante il resto de' miei anni in circostanze ancor più pericolose, e ne sono uscito bene; ma il ricordo del pericolo corso allora con tanta indifferenza da parte mia e anche con tanta sfacciata inconsapevolezza, m'è tornato poi sempre a mente per farmi convinto che la vita umana è davvero sospesa a un filo tanto sottile e fragile che da un momento all'altro può troncarsi per caso, e in modo altrettanto imprevedibile quanto facile e impensato.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





Collodi