La salutò il nonno, mi ci raccomandò - credo - mi dette un bacio che io gli resi con le labbra gelide, e increspate... uno sbattacchio di porte... un fischio... e l'anima mia se la portava il vento; il mio cuore se lo dilaniava un indistinto miscuglio di paura, d'incertezza, di passione, di dolore, e d'abbandono... perchè al fondo di tutti que' sentimenti che ribollivano entro il cuor mio inesperto, sensibile, affettuoso; una cosa sopranotava, lugubre come un cadavere, repugnante come una serpe, odiosa come un delitto.... l'abbandono del padre!
PARTE TERZA
Ricordi della Puerizia
1869 - 1884
TERZA LIBERAZIONE
LA CATENACAPITOLO XIX
La prima impressione che ebbi a Firenze, appena arrivato alla stazione di Santa Maria Novella (ero stato nella Città dei Fiori troppo bambino per poterne aver riportato un giudizio qualsiasi); fu di stupore. Mi parve d'entrare in una città maravigliosamente grande, come quelle che si fantasticano non si sa perchè, e come si son vedute, ne' bellissimi sogni giovanili.
Quelle strade spaziose e pulite; i palagi alti alti e neri neri che spirano una severità classica che poche altre città italiane offrono se se ne eccettui Venezia, Roma e Siena; le piazze vastissime dove l'occhio si fissa lontano lontano a cercarne la fine; quel superbo fiume su cui si slanciano sei ponti famosissimi, quello alle Grazie, il ponte Vecchio, il ponte Santa Trinità, il ponte alla Canaja o de' Mozzi; i celebri Lungarni Corsini, Soderini, Lungarno Nuovo, le Cascine; il palazzo Vecchio, la piazza della Signoria, la Loggia de' Lanzi o de' Signori, le Gallerie, il Dômo, il famoso Campanile di Giotto, Or San Michele, il Battistero, S. M. Novella, la Via Calzaioli, la Via Tornabuoni, i palazzi storici del Podestà, o Bargello, la SS. Annunziata, San Marco, San Lorenzo, il Palazzo Strozzi, Santa Trinità, il palazzo Corsini, Ognissanti, il famoso Palazzo Pitti, gli Uffizi con le superbe e preziose Gallerie, l'immenso Giardin di Boboli, il palazzo Torrigiani, le case di Dante, di Michelangelo, del Cellini e di tanti e tanti sommi Maestri d'ogni arte; mi fecero restare a bocca aperta e dimenticar quasi subito le piccole avventure dolorose sofferte nella Capitale d'Elisa Baciocchi e Carlo Lodovico.
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