- Io rispondo che la so tutta.
- E allora - senti - io sono profano nelle scienze, profondo come nell'arte della guerra, ma se tu vuoi far fortuna e crearti una stupenda posizione fai domanda d'entrare al Telegrafo: quello è il posto per te; fra 1e pile, i rocchetti, i galvanometri; - te l'appoggio io.»
Era uscita proprio allora una circolare annunciante che, vista la deficienza di personale telegrafico, la Direzione invitava a un concorso a premi di 100, 75, 50 e 25 lire a tutti coloro che volessero tentar la prova; contratti benefizi e ammennicoli che sogliono promettere tutte le amministrazioni, quando vogliono dare un lecchezzo a uno e attirare i merli a cader nelle panie che sanno tendere con tant'abilità.
Feci la domanda; fui ammesso a far pratiche di sera all'ufficio di Santa Maria Novella, e dopo otto giorni ero telegrafista in erba.
Non dimenticherò mai l'impressione gradevole che provai, quando il telegrafista anziano Pietro Boschi, grand'amico mio col tempo, mi mise dentro alle segrete cose e mi presentò alle macchine chiacchierine che cinguettano come tanti canarini d'ottone.
Dovevo imparare a trasmettere e a ricevere; e per la teoria bisognava studiare su un manualetto scritto dal Capo Servizio, Cav. Gabbriello Becherucci, che era, a detta della fama, un celebre scienziato, allievo, niente di meno, del famoso Carlo Matteucci.
Il Boschi rimase tutto contento quando gli sfoderai la parte teorica dell'elettricità, che sapevo tutta a mente, e assicuro che sarei stato uno de' primi se avessi imparato presto a trasmettere e ricevere i telegrammi a orecchio.
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Telegrafo Direzione Santa Maria Novella Pietro Boschi Capo Servizio Cav Becherucci Carlo Matteucci Boschi
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