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      Orbene, lo dico senza ipocrisia: l'Artimini (che divenne poi Sėndaco) era un omo di talento, bravo, semplice, istruitissimo e mi giovō a conoscere l'arte di fare esperimenti, con tanta semplicitā e franchezza che gliene rimasi grato per tutta la vita.
      Fiorentino; erudito; bel parlatore; mi conduceva a veder le maraviglie artistiche di Firenze; le domeniche, chi si fosse creduto di pescarmi a casa, era bravo.
      La Galleria degli Uffizi (per non dire degli altri Musei della cittā) era divenuta il nostro ritrovo: i quadri di Fra' Angelico, di Filippo Lippi, del Botticelli, del Ghirlandajo, del divin Leonardo, erano da noi scrutati, speluzzicati con fervore, come se negli occhi ci avessimo un microscopio: il Mantegna, il Tiziano, la Scuola di Giotto, le sculture, i bronzi, i pochi capolavori del Cellini, le opere di Michelangelo, e di Raffaello, insomma tutto quanto c'č di magnifico e di maraviglioso nelle celebri e prodigiose creazioni del Rinascimento e che si trovano accumulate in codesto celebre Museo, non isfuggivano al nostro spirito, e l'erudizione del prof. Artimini, unita a una naturale disposizione ad ammirare il bello, m'educaron l'occhio, il cervello e il cuore a sentire il grande e il buono della nostra Arte toscana, che č poi italiana, universale.
      Tre opere veramente divine mi colpirono in modo da non ridire: il Campanile, cominciato da Giotto e finito dal Gaddi; il David di Michelangiolo, e il Perseo del Cellini che poi fu tolto e riposto sotto la Loggia de' Lanzi.
      Il capolavoro di Giotto č un giojello che non mi proverō di certo a descrivere io; credo che lo abbiano cantato in tutte le lingue del mondo inglesi, tedeschi, francesi, russi; accenno specialmente gl'inglesi che non passa ora del giorno che non ve li vediate passeggiar sotto quello stupendo monumento col naso all'aria e con que' dentoni da can bull-dog col Baedeker sotto il braccio, il binocolo sfoderato, e star costė sotto, rimpresciuttiti, duri come se fossero di legno; li sentite ogni poco esclamare - Haō, haō that t'is very nice haō, that's very beautiful? che par che starnutino.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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