.. Dio del cielo, pareva fuoco, era peggio del carbone acceso; torno all'acqua, maledicendo quella bestia del farmacista.... Drin.... drin.... drin! è la zia, che ritorna dal teatro.
Entra, ma per non allarmarla, con le mani dietro le spalle, le vo incontro: mi vede, anzi ci vede bianchi come cenci di bucato, la Marietta ha le lacrime agli occhi, io racconto il fatto... e casco svenuto tra le braccia della povera zia che getta le grandi grida.
O vedete un po' le stravaganze del cuore umano: ero stato dalle due alle undici di sera forte come un uomo; avevo sopportato le pene infernali della scottatura dello zolfo ardente sulla carne viva che era divenuta un pezzo di fegato tagliuzzato e nero e gonfio e sanguinolento; avevo raccolto tutti i miei spiriti e tenutili stretti al cuore e ora, in presenza di donnucce che piagnucolano e fanno i fichi, mi svengo come una donnina isterica!
Io non ho mai potuto spiegarmelo; forse, credo che sia dipeso dalla facilità che ha l'uomo, sia pur forte quanto voglia a commuoversi dinanzi alla pietà femminile: è quistione di sensibilità? di debolezza? forse tutt'e due questi sentimenti insieme.
Mentre, intanto, le due brave donne, la padrona e la domestica, non sapevano compicciar niente per alleviare le mie veramente insopportabili pene, lo zio Azzolino ha infilato la chiave nella porta di casa, è entrato, ha veduto, ha conosciuto, ha bestemmiato, ha gridato e se n'è tornato via senza dir altro. Di lì a poco però rieccotelo il brav'uomo, accompagnato dal Tonini, che abitava sulla piazza santa Maria Novella.
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Dio Marietta Azzolino Tonini Maria Novella
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