Anche la pelle era giallognola. Il corpo aveva d'acciaio e pareva tutto nervi: ti stringeva la mano come in una morsa; e la mano era piccola, affilata, secca, ma calda (segno di cuor bono). Era lumaio della stazione e si chiamava Mosč Lemmi. Veniva a portare il lume la sera, e da una parola all'altra, diventammo fratelli. Fratelli per ideali, fratelli per amore, fratelli per tutto, come dirō pių avanti.
Aveva una discreta libreriola e ci prestavamo le nostre cosine l'uno all'altro: veniva da me (quando avevo la camera!) o io andavo da lui: gli regalai i Promessi Sposi in tre volumi e mi ricordo che era una edizione del Radaelli e Rechiedei, con ne' costoli una casettina e un alberello, la casa di Lucia: - io leggevo, e lui mi stava a sentire zitto zitto come se fossi il padre eterno. - Faceva il caffč, nella macchinetta a spirito, e parlavamo dei nostri ideali.
Era molto pių vecchio di me, anzi, a mio paragone, era un uomo anziano: professava idee internazionaliste ed era infatti un internazionalista militante, ascritto al partito di Bakunine, che in quei tempi aveva aperto circoli in quasi tutta l'Italia. Fu a Livorno, dunque, e per merito del mio fratello Lemmi che io entrai nella luce: vale a dire che fui un po' carbonaro, un po' anarchico, un po' internazionalista. Giurai lealtā al Santo ideale della fratellanza universale e da quell'etā di diciassette anni, il mio animo, il mio spirito e il mio cuore non hanno tradito il principio. Sul cader degli anni, militante nell'unico partito d'azione che credo necessario - per il momento presente - a scoter le anime e preparare i giorni santi, delle barricate, (dico nel Partito Socialista Rivoluzionario) benedico alla memoria del mio fratello Mosč Lemmi.
| |
Mosč Lemmi Promessi Sposi Radaelli Rechiedei Lucia Bakunine Italia Livorno Lemmi Santo Partito Socialista Rivoluzionario Mosč Lemmi
|