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      Fu in quest'epoca che un sozzo giornale clericale pubblicò un attacco contro i livornesi, per certe quistioni municipali, intitolando l'articolo: - «Fiaccona Livornese; risposi io con uno scritto per dare una smentita reale a' denigratori di sagrestia, che stanno sempre in vedetta di calunnie e di mortali offese a chi li combatte: costì vi fu anche una dimostrazione che mettemmo insieme Lemmi ed io, e gli amici e compagni del «Cardiff Castle» nella quale, volò qualche pietruzza e qualche ciottolo alle finestre della direzione del foglio immondo; dimostrazione che la polizia inferocita disperse con alcuni arresti.
      Cominciava così la mia iniziazione alle lotte proletarie e del libero pensiero; lotte che non cessaron poi più mai, e non finiranno che con la mia vita. Codesta fu la prima volta che ebbi a far la conoscenza co' birri: Lemmi ed io e due o tre altri ribelli, fummo chiamati in Questura; si presero i nostri nomi, cognomi, occupazioni ecc. e poco dopo, il Capo-Ufficio mi chiamò per dirmi che il cav. Gabbriello... mi faceva sapere che se avessi rinnovato li scandali, mi avrebbe trasferito per punizione.
      Era il principio d'una sistematica persecuzione che, come vedrete, doveva durare sedici anni! Ma, per non anticipare la narrazione, e togliere quel pochino d'interesse che possa destare la sua lettura negli amici miei giovinetti; sèguito il racconto delle poche avventure che mi rimangono della mia vita nella città dei Quattro Mori.
      Come ho già detto e ripetuto mille volte, di pari passo che tiravo innanzi sul mio lavoro di sfruttato alla ferrovia, seguitavo i miei studi prediletti, alternando quello delle lingue moderne (mi perfezionavo nel francese e nello spagnolo) con quello speciale dell'Elettricità.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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