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      Io pensavo all'America: il castello de' sogni; lavorava a più non posso; - o se andassi via? - dicevo tra me e me; - se m'imbarcassi sur uno di questi Brick schooner che vanno e vengono da Baltimora e Filadelfia? Questi nomi Baltimora, Filadelfia, Boston, Nuova Orleans, che leggevo in su' cartelli delle Società de' Vapori, mi sonavano nel cervello come una musica misteriosa e gradevole.
      Quand'ero libero dal servizio, me ne andavo con il libro in tasca (generalmente uno di quei volumi dei classici Italiani tascabili del Sonzogno, che costavano una liretta), verso i Quattro Mori e girando dietro la Darsena mi spingevo fuori, dove ormeggiavano sempre i bastimenti che arrivavano dalle Indie e dall'America; stavo delle mezze giornate costì, a sedere, guardando, studiando, ammirando que be' velieri grandi, con tutte quelle belle velature e catene e àncore e bussole; quando scendeva qualche marinaio, (che per solito lo faceva sdrucciolando giù da' buttafuori, se mi riusciva, ci attaccavo discorso e mi facevo dire i nomi e centomila cose riferenti al bastimento e alla vita marinara.
      Mi rinfocolavo tutto al pensiero di poter un giorno navigare ancor io; prestavo orecchio agli ordini che udivo dare in tutte le lingue del mondo e sentivo un'attrazione indicibile verso quelle case di legno che mi pareva ci si dovesse star tanto bene, lontani dal mondo, in mezzo agli oceani, col vento che suona fra' cordami e il dondolìo sull'onde. Per me il marinaio m'è sempre stato simpatico e l'ho amato più dell'uomo di terra; l'uomo rude e adusto che paga la vita intera rinchiuso sur un guscio di noce; che a ogni momento gioca la vita a pari e caffo con gli elementi furiosi che gliela insidiano, o si culla mollemente sulle onde quiete d'un porto, o mangia sobrio un po' di pesce, una cipolla, una galletta e si disseta con l'acqua della sua fiasca, o del püron, mi ha sempre fatto l'impressione d'essere di molto superiore all'uomo che vive nelle città, nei borghi e nei villaggi, dove il carattere pieno di pregiudizi e di rispetti umani si falsa fin dalla culla, e dove il vizio impera assoluto.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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