Oggi, lo so, un personale anche troppo numeroso ingombra le strade ferrate, in tutti i suoi diversi servizi; allora quattro telegrafisti e due Capi-Stazione, mandavano avanti la baracca, a Foligno e altrove.
Le nostre macchine non zittavano un minuto; non c'era tempo nemmeno di far le zone - (come si diceva in gergo telegrafico); - le gettavano sur un'ottomana ove s'ammucchiavano, bianche come serpolini in montagne incredibili, che la guardia di notte avvolgeva poi ne' momenti di brevissima tregua.
Era costui un livornese curiosissimo e si chiamava Ciucci: piccolo, quasi nano, con un naso che pareva un trombone in una testina piccola piccola, grigia e sana; due occhietti come due chicchi di pepe, quattro denti grossi e neri che gli spuntavano di sotto a due baffoni da turco, spioventi, due braccia corte corte infilate nelle lunghe maniche della tunica dalle quali a malapena spuntavano le unghie nere di due mani ossute e unte; era il vero tipo dello sguattero. Invece era stato marinaio per quarant'anni a bordo delle navi della White Star Line: aveva girato intorno al mondo non so quante centinaja di volte, e ci diceva, che se avesse sommato tutti i chilometri percorsi nei suoi viaggi, avrebbe potuto facilmente provare aver fatto lo stesso cammino dalla Terra alla Luna e viceversa! E io gli messi nome: «l'Uomo della Luna» che gli restò poi per sempre, voglio dire, fino a che non morì - poveraccio - mettendo fine ai suoi giorni gettandosi dalla finestra.
Costui m'affittò una stanzettaccia ove m'andavo a rintanare per dormire.
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