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      Io non ne ho sentito mai più parlare: sarà vivo? sarà morto? sarà sempre in galera? sarà libero?
      Qui vi maravigliate dell'interesse mio verso un brigante che n'aveva fatte quante Cacco; i cuori timorati di Dio e dell'ordine sociale, naturalmente, mi crederanno, quasi quasi, un manutengolo di banditi, di ladri e di briganti. Signori miei; non è codesto; il sentimento che io provai, e che provo anche ora al ricordo del Mignozzetti, mi conduce a riflettere alle avversità della vita; alle prepotenze che commettono i potenti sugli umili; alle infamie che sono continuamente arzigogolate per rovinare un infelice. Mignozzetti era buono: la società ne fece un ribelle, poi un ribaldo: un signorotto di Gualdo Tadino gli aveva rubato la ragazza; Mignozzetti gli struscinò il cuore; vennero i carabinieri; ne cadde uno; poi caddero due guardie; per vivere alla macchia, ci volevano armi, e Mignozzetti svaligiò una carrozza; dette un monte di denari a certe povere famigliole che sapeva non avevano da vivere; e continuò un'esistenza di masnadiere che durò due o tre anni. Tutti i testimoni furono per lui, e vi comparvero delle femminette e delle bambinelle, che piansero dinanzi alla sua gabbia.
      Lo vidi anch'io e lo salutai: quello un bandito? quello un brigante? Oh via, signori egregi - diteci un po' - chi sarà più bandito, voi che rubate sulle pigioni e sui commestibili della povera e infelicissima razzumaglia delle capanne e delle soffitte; o Mignozzetti che vive di pane e cacio, cava la fame a centinaia di miserabili, e si difende nell'onore, perchè un signorotto gli corrompe, e porta via quant'egli ha di più prezioso al mondo, il sole del suo cuore, la poesia della sua anima?


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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